Le ricerche e la pratica clinica convergono nel segnalarci che la situazione pandemica, le restrizione messe in atto per la prevenzione del rischio di diffusione della malattia stanno mettendo a dura prova la nostra tenuta emotiva. Osserviamo un aumento significativo dell’incidenza e dell’intensità di sintomi depressivi, disturbi d’ansia, disturbo ossessivo compulsivo e disturbo post traumatico da stress.
Ci troviamo ogni giorno ad affrontare le situazioni quotidiane con un carico emotivo importante legato alla paura di contrarre la malattia, al timore di poter contagiare inconsapevolmente le persone che amiamo, alla frustrazione di non poter vivere le occasioni di svago, convivialità e leggerezza perché le contingenze ci impongono di tenere sempre alto il livello di allerta che oggi equivale a dire che non ci possiamo baciare, toccare, abbracciare ma neppure sedere al ristorante insieme, prendere un aperitivo in santa pace né ritrovarci in palestra a far due parole prima e dopo l’allenamento. Abbiamo imparato a fare tutto online ma, si capisce, non è mica la stessa cosa….
Nell’ultimo periodo tutti abbiamo provato stati di tensione ed emozioni intense alle volte difficili da gestire ma, entro un certo limite, data la situazione, è normale sperimentare ansia, depressione, disregolazione emotiva transitoria e problemi nelle relazioni interpersonali. Questi vissuti sono oggi forse la REGOLA più che l’eccezione e ognuno di noi verosimilmente nell’ultimo periodo ha avuto pensieri negativi non sempre facili da tenere a bada: “E se mi fossi ammalato?” “Quel signore in fila ha tossito? Sono abbastanza lontana?”, senso di oppressione: “Non ce la faccio più. Quanto durerà? Ne verremo fuori?”, preoccupazioni legate alla situazione economica: “Ce la farò economicamente?”, tristezza, a volte angoscia e disperazione: “Non posso vivere così” “Sta andando tutto male” ma anche senso di ribellione “Quasi quasi mi invento una scusa per uscire”, rabbia “Questi cretini che non rispettano le regole” e perfino paranoia: “Se esco di casa e i poliziotti mi accusano anche se la mia autocertificazione è corretta? Se i vicini mi vedono correre e mi insultano o mi tirano oggetti?”. Se durante il primo lockdown il senso di catastrofe imminente, il clima di incertezza generale, la condivisione degli spazi h.24, la privazione della libertà, l’assenza di distrazioni e momenti di svago e l’impossibilità di adottare le usuali “strategie lenitive” hanno alimentato le emozioni negative, l’ansia e i sintomi depressivi, durante questo secondo lockdown la sensazione di fatica e stanchezza e lo stress ormai cronico da pandemia mettono a dura prova l’equilibrio emotivo di ognuno di noi. In questo momento è fisiologico sperimentare emozioni dolorose e stati mentali disfunzionali: è una reazione normale di fronte a una situazione straordinaria. Vale a dire che la sofferenza psicologica soggettiva è incrementata per tutti e, entro una certa soglia, non è patologica. Ma, nonostante la soglia della psicopatologia si sia alzata temporaneamente, vale la pena chiedere un aiuto professionale quando la sensazione di sovraccarico è molto forte, quando le emozioni negative appaiono troppo intense per poter essere gestite in autonomia, quando il senso di solitudine è eccessivo e le dinamiche relazionali con le poche persone con cui possiamo avere contatti diventano conflittuali.
In ogni caso dobbiamo fare ricorso alla nostra capacità di adattamento e flessibilità per riuscire a stare in equilibrio e non farci sopraffare e travolgere dalle emozioni negative, tentando di mettere una distanza tra di noi, i pensieri negativi e le
preoccupazioni che popolano la nostra mente. È importante non giudicare le fragilità, imparare a cogliere le occasioni di difficoltà per concederci qualche sconto in più ed essere più clementi verso noi stessi provando ad assumere un atteggiamento di accettazione verso pensieri ed emozioni che preferiremmo non avere.
Se è vero che non possiamo cambiare ciò che accade fuori da noi, possiamo però cambiare dall’interno il nostro atteggiamento verso l’esterno…
Dott.ssa Elisa Boggeri
Psicologa Psicoterapeuta – Novi Ligure – Genova